In vista dell’imminente Festa della Mamma, Save The Children ha pubblicato oggi il settimo rapporto “Le equilibriste. La maternità in Italia” che ci restituisce una fotografia niente affatto lusinghiera della situazione delle donne italiane e in particolare delle madri nel mondo del lavoro.
I salari femminili in Italia sono sistematicamente inferiori rispetto a quelli dei colleghi maschi, a parità di anzianità, mansioni e ore lavorate, e questo divario salariale di genere non fa che aumentare nel tempo e con la nascita dei figli, cristallizzando lo svantaggio femminile nelle scelte che riguardano la carriera e la costruzione di una famiglia.
Il precario equilibrio tra lavoro e famiglia
In conseguenza di questa situazione, il reddito femminile rimane il più sacrificabile all’interno delle famiglie (in quanto più basso e più precario), portando a un circolo vizioso che continua ad alimentare l’esclusione delle donne dal mercato del lavoro come dimostrano le assunzioni nel primo semestre del 2021, in cui solo un contratto a tempo indeterminato su 10 è stato attivato a favore di una donna.
Attualmente, il 42,6% delle donne tra i 25 e i 54 anni con figli non ha occupazione (30 punti percentuali in più rispetto ai loro compagni) e nel solo 2020 più di 30mila donne con figli hanno rassegnato le dimissioni, spesso per motivi familiari, a causa di uno scarso supporto dei servizi messi a disposizione dal territorio, troppo carenti o troppo costosi. Questo spiegherebbe anche perché il 39,2% delle donne con 2 o più figli minorenni ha un contratto part-time.
Le donne, che in campo professionale sono già svantaggiate, con la maternità vengono aggravate in di un carico di responsabilità familiari sbilanciato davanti a cui le istituzioni sembrano spesso abbandonarle, come la pandemia ha drammaticamente dimostrato.
La Regione Lazio in prima linea contro le discriminazioni di genere
Per questo sono davvero orgogliosa di aver partecipato attivamente alla nascita della legge regionale per la promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno dell’occupazione e dell’imprenditorialità femminile di qualità e la valorizzazione delle competenze delle donne. La legge, approvata in Consiglio Regionale nel maggio 2021, è partita ufficialmente il 3 maggio appena passato con l’approvazione in Giunta del Regolamento regionale che disciplina la parità salariale tra uomini e donne e prevede, tra le varie misure, di premiare le aziende virtuose nel colmare il divario salariale di genere e promuovere concretamente l’occupazione femminile, ma anche di introdurre dei buoni per l’acquisto di servizi di baby-sitting e caregiver.
Ma la Regione Lazio ha intrapreso anche altre azioni a sostegno dell’occupazione femminile, penso ad esempio al bando ‘Innovazione sostantivo femminile’, che mette a disposizione 3 milioni di euro complessivi a fondo perduto per contributi fino a 30 mila euro per ciascun progetto presentato da imprese femminili per l’adozione di nuove tecnologie, soluzioni digitali, processi e sistemi di innovazione aziendali, le cui domande possono essere presentate fino al prossimo 16 giugno.
Il futuro paritario inizia ora e le istituzioni devono dimostrare di essere al fianco delle donne per combattere le discriminazioni di genere.