Ieri pomeriggio ho avuto il piacere di partecipare all’evento organizzato dalle Senatrici Paola Taverna e Giulia Lupo in merito a “Comunità energetiche e superbonus 110% – Due strumenti per il rilancio del paese attraverso la transizione ecologica”. Ritengo che la scelta di organizzare questo incontro sia stata una scelta lungimirante, dimostrando l’attenzione della politica nazionale a due temi molto importanti e quanto mai attuali, soprattutto in questo particolare momento storico.
Oggi, con le notizie drammatiche che vengono dall’Ucraina, si sente parlare sempre più spesso di energia e di sviluppo delle fonti rinnovabili, ma la cosa interessante è che non se ne parla più solo in chiave ecologica o ambientale, ma soprattutto in ottica di un’auspicabile sempre maggiore autonomia energetica da altri paesi. Ma facciamo un passo indietro.
Nel 2015 ben 193 Paesi delle Nazioni Unite, tra cui l’Italia, hanno sottoscritto l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile per condividere l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano. Questa Agenda ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o traguardi.
Tra questi 17 obiettivi, l’obiettivo numero 7 in particolare fa riferimento alla volontà di Garantire l’accesso all’energia a prezzo accessibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti. Andando più nello specifico, al punto 7.2. troviamo l’intento di Garantire entro il 2030 accesso a servizi energetici che siano convenienti, affidabili e moderni; al punto 7.3 invece abbiamo l’intenzione di Raddoppiare entro il 2030 il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica.
La transizione energetica nel Lazio
Con l’istituzione del mio assessorato la regione Lazio dimostra di aver recepito l’importanza di questi obiettivi, riconoscendo di avere un ruolo importantissimo nella transizione ecologica e dunque energetica del territorio, è infatti la Regione (insieme agli enti locali) il soggetto attuatore delle misure previste all’interno del PNRR per circa 90 miliardi di euro, pari a circa il 40% del totale delle risorse previste.
Il sistema energetico che il PNRR ci spinge a sviluppare è quello basato sulle fonti rinnovabili. Parliamo delle comunità energetiche rinnovabili, dell’uso efficiente e dell’autoconsumo, delle reti efficienti in media e bassa tensione, dell’agrivoltaico, dell’eolico on-shore e off-shore, dei biocombustibili, dei dispositivi di accumulo, dell’idrogeno verde ecc..
Ad oggi la Regione Lazio ha seguito fin da subito le indicazioni della Commissione Europea per i piani di resilienza e abbiamo l’obiettivo di raggiungere, entro il 2030, una quota almeno superiore al 32% di energia da fonti rinnovabili rispetto al consumo interno lordo. Durante l’ultimo anno abbiamo lavorato molto, con il supporto tecnico di ENEA (la nostra Agenzia Nazione per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile) all’aggiornamento del Piano Energetico Regionale, elaborato nel 2018, per allinearlo con gli obiettivi del Green Deal.
Le CER, strumento prezioso per l’ambiente e lo sviluppo economico locale
Venendo in particolare alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), queste costituiscono un elemento fondamentale per tutelare il patrimonio economico e paesistico del territorio. L’obiettivo principale delle CER è quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità, ai suoi soci o membri o alle aree locali in cui opera la comunità stessa, ma si tratta di benefici diffusi, non individuali.
Le CER sono costituite da gruppi di cittadini, istituzioni, comitati e privati che decidono di lavorare insieme per costruire qualcosa da cui tutti insieme si possa trarre beneficio. All’interno della comunità energetica alcuni sono produttori e altri consumatori, ma la cosa che mi preme sottolineare è che la produzione da fonti rinnovabili viene consumata in loco in un tasso di tempo brevissimo, al massimo un’ora, dalla produzione e questo fa sì che venga remunerata in maniera interessante dai gestori. Investire nelle CER significa quindi investire nel territorio e i piccoli comuni del Lazio sono degli straordinari laboratori per partire con la sperimentazione di questo prezioso strumento.
Già 5 mesi fa vi è stata la nascita della prima comunità energetica della regione Lazio a Ventotene e questo può essere replicato in altre realtà fino a raggiungere tutti i territori della Regione. Ce n’è un’altra aperta a Collalto Sabino, dove stanno valutando di aprirne una seconda. Un’altra è a Civita Castellata e anche lì stanno valutando di aprirne altre.
Come Regione Lazio abbiamo stanziato un totale di 110 milioni di euro per aiutare le CER ad affrontare i costi di partenza, una somma costituita da risorse regionali, fondi UE e fondi del PNRR per le comunità energetiche nel Lazio e per i gruppi collettivi di autoconsumo per i Comuni sotto i 5.000 abitanti.
Al sostegno fornito da questi fondi si aggiunge il nuovo Accordo di Collaborazione tra la Regione Lazio e la Sapienza Università di Roma, in particolare con il Dipartimento Ingegneria Meccanica e Aerospaziale, per portare avanti l’attività di Analisi, Formazione e Diffusione di Comunità Energetiche Rinnovabili nel Lazio e raggiungere l’obiettivo impegnativo ma non impossibile di 100 Comunità Energetiche in 100 Comuni.
La politica nazionale e regionale sta facendo la propria parte per promuovere la rinascita dei territori grazie alla transizione ecologica del sistema energetico, ora tocca agli enti locali e agli stessi cittadini farsi portatori del cambiamento e rendere questi obiettivi una realtà. Lo scenario politico internazionale ci dice che dobbiamo agire e dobbiamo farlo in fretta, per il futuro nostro e dei nostri figli.
Guarda qui la clip del mio intervento di ieri.