Da ieri, 4 novembre, e fino alla fine dell’anno, le donne in Europa lavorano gratis (simbolicamente)
Sembra incredibile, ma è del tutto vero ed è esattamente lo scopo dell’#equalpayday istituito dal Consiglio europeo per sensibilizzare tutti noi sul tema della disparità salariale tra donne e uomini. Stiamo parlando infatti di una differenza media del 15% nell’ UE, un gap che si riduce al 5% in Italia: ma solo perché qui il numero di donne al lavoro è molto più basso rispetto alla media europea. Di questo passo, senza misure incisive per aggredire questo annoso problema, in Italia le donne raggiungeranno la parità retributiva nel 2074, come riportato da uno studio della Confederazione europea dei sindacati.
Porre fine al fenomeno della disparità salariale che di fatto è una intollerabile forma di discriminazione che danneggia la comunità nella sua interezza, è un obiettivo a cui continuo a lavorare anche in Regione Lazio: proprio la scorsa settimana, in Commissione Lavoro, sono stati approvati sette miei emendamenti alla proposta di legge per la Parità retributiva tra uomini e donne con cui, ad esempio, si stabilisce la revoca di ogni beneficio regionale per quelle aziende condannate per discriminazioni per molestia o molestia sessuale sui luoghi di lavoro; si introducono incentivi per le aziende che favoriscono il telelavoro e lo smart working per le lavoratrici inserite in percorsi di protezione e vengono introdotti inoltre riconoscimenti per le realtà che si avvalgono di donne con disabilità seguendo politiche di integrazione e pari opportunità, così come viene prevista la creazione di canali web specifici per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro pubblico e privato, nonché a diffondere opportunità formative e di carriera nel pieno rispetto della normativa sulla parità di trattamento retributivo e di pari opportunità.
Si tratta di un primo passo, ma la battaglia contro la discriminazione salariale è già iniziata.