Uno dei motti fondamentali del Movimento 5 Stelle è da sempre “nessuno deve rimanere indietro”. Queste parole, semplici eppure importantissime, guidano da sempre la nostra visione politica, nella ferma convinzione che l’opera prima delle istituzioni sia dare a ogni cittadino pari dignità, valore e soprattutto pari strumenti per sopravvivere e costruire il proprio futuro.
Questa pandemia ci ha mostrato la grande fragilità di un sistema economico che non investe più sui bisogni fondamentali dei cittadini, che non mette al centro l’essere umano e il suo benessere fisico e mentale. Nei prossimi mesi ci troveremo davanti agli effetti economici di questa crisi, con una diminuzione delle entrate e un aumento della disoccupazione che porteranno migliaia di persone, soprattutto tra i più fragili, a vedere il proprio reddito fortemente ridimensionato. Già, perché uno dei grandi problemi collaterali dell’attuale sistema economico è proprio il paradosso di un divario economico che si accentua sempre più, anche e soprattutto nei momenti di crisi: i ricchi si fanno sempre più ricchi, mentre le fasce più svantaggiate diventano sempre più povere, con la graduale scomparsa della fascia media.
Il superamento di questa crisi di portata mondiale richiede un’efficiente gestione di un’emergenza sanitaria straordinaria, ma anche un sostegno economico concreto per tutti i cittadini che stanno affrontando quella che forse è la peggiore crisi dal dopoguerra a oggi. In questo contesto si inserisce perfettamente la proposta di introdurre il Reddito di Base Incondizionato (Unconditional Basic Income) a livello europeo. Ma di cosa si tratta?
In poco più di due anni da forza di Governo, il Movimento 5 Stelle è riuscito a dare il via a un cambiamento di rotta rimettendo il benessere del cittadino al centro di ogni cosa, a partire proprio dalla misura forse più nota, il Reddito di Cittadinanza, che garantisce a tutti i cittadini economicamente più fragili di riacquisire dignità sociale e di avere un reddito mentre attendono di reinserirsi nel mondo del lavoro. Ma uno sguardo a varie esperienze internazionali ci mostra che è possibile fare di più.
In tutto il mondo, infatti, moltissimi paesi stanno introducendo – con varie modalità e in via sperimentale – uno Universal Basic Income, un reddito base universale attribuito per nascita a tutti i cittadini, permettendo che chiunque abbia davvero gli stessi mezzi di partenza per sviluppare il proprio percorso di vita. I risultati pervenuti finora sono trasversalmente positivi e vanno ben oltre l’innalzamento dello status economico dei beneficiari: maggiore fiducia nelle istituzioni, maggiore benessere dei cittadini in termini di salute mentale e soddisfazione per la vita, un innalzamento dei livelli di scolarizzazione e della propensione ad avviare attività economiche, diminuzione dei tassi di povertà e criminalità e dei disagi ad esse collegate. Insomma, quello per un reddito di base universale è denaro che, una volta investito, genera una mole di denaro superiore che viene reimmessa nell’economia nazionale.
Siamo all’alba di un nuovo mondo ed è una straordinaria coincidenza che proprio ora la Commissione europea abbia deciso di autorizzare l’ECI-UBI, l’Iniziativa dei Cittadini Europei per l’introduzione di un reddito di base incondizionato negli Stati membri dell’Europa.
La raccolta delle firme si concluderà il 24 settembre 2021 e una volta raggiunto il milione di firmatari la proposta proveniente dai cittadini europei sarà inserita in agenda, quindi inviata alla Commissione Europea ed al Parlamento Europeo che dovranno così discutere dell’opportunità di introdurre, attraverso atti formali, forme di reddito di base nei diversi stati membri dell’UE.
E’ il momento di fare la nostra parte, non possiamo tirarci indietro!
Per firmare: https://eci.ec.europa.eu/014/public/#/screen/home